martedì 17 gennaio 2012

Cinque mesi

O quasi. E non si parla né di bambini, né di pancioni, attenzione bene.

Dicevo, quasi cinque mesi di silenzio sulle chincaglie.
Poi all'improvviso ti rendi conto che la creatura a cui hai dato vita all'incirca tre anni fa e che stai snobbando da un sacco di tempo, in realtà vive di vita propria. O meglio, sopravvive. Si barcamena. Sta a galla. Sì insomma, abbiam capito.
E così, mentre tu sei lì che ti fai un blog-pisolino, i lettori aumentano. E non dico ogni volta che apri Blogger per andarti a fare il blog-giretto quotidiano, ma spesso, trovi quel numerino cambiato.
Poi succede anche che, per esempio, un'amica lanista molto trendy (e mooooolto brava!) includa le chincaglie nella lista dei posticini da visitare per i regali di Natale handmade, ed infine succede anche che qualcuno lo faccia veramente. Di portarsi a casa una chincaglia, intendo. Natale o non Natale.
Ed ecco così che arriva l'esame di coscienza, e sì che un po' ti dispiace di aver mollato tutto dopo esserti così tanto impegnata... va beh, dopo esserti un pochino impegnata. Oddio, diciamo dopo tanto piacevole cazzeggio!
Morale? Eccomi qua. Non so per quanto, non so per dire che, non so per dirlo a chi, nel senso che magari ormai non passa più nessuno di qua, ed i nuovi lettori sono tutti ectoplasmi. Ma quando iniziano ad arrivarti sempre più frequentemente mail con oggetto "Ci sei?!!!" oppure "Sei vivaaaaa?!!!" o anche "Tutto ok?!!!!" (tutti con abbondante punteggiatura) capisci che è ora di battere il famigerato colpo.

Comunque.

Veloce riassunto dei mesi appena trascorsi. (seguono orride foto, quindi per chi non volesse annoiarsi ulterioremente, scorrere velocemente fino alle suddette).

Ho fatto quasi nessuna chincaglia.
Ho fatto un SACCO di cose a maglia.
Ho imparato a lavorare con i circolari (sìsìsì, ok! Avevate ragione tutte voi lì fuori. I ferri circolari sono er mejo, semplicemente).
Ho fatto scatole, scatoline, pacchetti e pacchettini.
Ho avuto il solito momento invernale con il feltro.
Ho fatto il laser per la miopia agli occhi.
Mi sono depressa perchè da scuola quest'anno nisba. (leggi: nessuna convocazione per supplenze. Leggi: ufficialmente sono un'ex maestra.)
Mi sono ripresa tuffandomi a pesce nell'altro lavoro, che ora è diventato IL lavoro. E che sta anche portando verso qualcosa di molto importante/impegnativo. Ottimo.
Ho letto, ho scritto, non qui, ok, ma ho scritto di cose che amo, anche della maglia, per dire.
Non ho viaggiato. Sigh.
Ho visto crescere il mio cagnolino nuovo, quello autoprodotto, fatto in casa la scorsa primavera. La piccola Dori, fu Duepunti, è passata dalla dimensione un sesto di Viola (aka il gatto) oppure un quarantesimo di mamma Mila, alla dimensione di 4 Viole e circa 4 quinti di mamma Mila.
Per il resto le solite cose.

Torniamo a noi. Si diceva un sacco di cose a maglia. Andiamo con ordine. Cuffiette o cappellini o berretti o come volete voi. Da quando sono diventata ufficialmente una cittadina virtuosa che si muove quasi esclusivamente in bici, almeno durante il giorno, non ne posso fare a meno. E li adoro pure.
Ecco qua l'Inca Hat. O meglio, una sua rivisitazione. A meno che non siate Humpty Dumpty, vi converra togliere qualche punto dal modello originale. E anche ricalcolare le diminuzioni da fare arrivati in cima.

Soffice e colorato, mi piace tanto.

Questo cappellino, come quello seguente, è di una designer italiana. Lei è Carlotta ed il berretto si chiama Dusty.

Caldissimo e molto molto bello, e poi vabbè, l'aver scelto il nero è stato una mossa vincente. (Non quanto quella di fotografare nero su nero, ma comunque vincente...)

Ed infine l'ultimo cappellino della sfilata, che in realtà è stato il primo ad essere realizzato e, udite udite, il mio primo lavoro in tondo. Diciamo pure che si tratta di una rivisitazione... Anzi, siamo sinceri, è pieno zeppo di errori! Ma ero così contenta, e mi piacevano così tanto il modello sia il modello che il filato, che ho tirato dritto.

Il suo nome è Felicità Slouchy Hat e la designer, l'avreste capito immediatamente SE solo non fosse così zeppo di errori, è Emma Fassio.

Bene, eccoci arrivati in fondo alla mia gallery (forse completa o forse non ancora) di cappellini per l'A/I 2011/2012.

Lasciatemi ringraziare la gentilissima Barbamamma, che si è pazientemente prestata a questa estenuante sessione fotografica.

.....

Sì, ho quasi trent'anni e ho comprato un assurdo gomitolone di acrilicissimo acrilico solo perché mi ricordava Barbamamma. E sì, ho appiccicato al gomitolone degli occhietti in pannolenci. Ed infine sì, ho usato il mio eyeliner per fare le ciglia agli occhietti. Embè?

Come potete vedere, non ho perso il tocco. Per le orride foto, intendo.

Nelle prossime puntate: scialli, scaldacolli e maglioncini.

lunedì 29 agosto 2011

Twinkle Twinkle Little Star(s)...

Lentamente, come una ninna nanna, si torna a ritmi normali.
Ci sono tante tante cose che hai tralasciato, tante tante cose da fare, disfare e rifare, tante cose nuove da provare, potresti quasi riprendere i ferri, già che ha rinfrescato un po'. E poi ci sono tanti posti in cui devi tornare, in cui vuoi lasciare un pensiero, un saluto, che è da troppo che non lo fai.
Il momento potrebbe essere propizio, del resto è a settembre che tutto riparte, no?
Buon anno!

mercoledì 10 agosto 2011

Della Scozia porterò con me...

Il verde. I verdi. I viola. L'acqua. Il Mare del Nord. L'Oceano. I laghi che sembrano fiumi. I fiumi che sono quasi laghi. Le scale. Le salite. Le urla dei gabbiani. I piccoli dei gabbiani. I nidi dei gabbiani sulle scogliere a strapiombo. Le scogliere a strapiombo. Il golf. I castelli. Le Vauxhall. I fiori. I cardi. Il profumo del mare. La puzza del mare. Il vento. Le nuvole velocissime. Le patate. La roccia. Le alghe. I cigni. I brutti anatroccoli. Le mucche. Le pecore. I gatti. I ponti lunghissimi. I ponti altissimi. I ponti mobili. L'architettura. La pietra. Le tinte pastello delle case. La scalette delle case. I vasi di fiori delle case. I cancelli. Le panchine. I gerani. La Tennent's. La pronuncia della R. Le vocali calcate. Il cielo. La stanza rossa. Il scesso nell'armadio. I cuccioli di Husky. Wendy. L'accetta che il marito di Wendy teneva appesa in sala. "Wendy. Tesoro. Luce. Della. Mia. Vita..." I nomi dei cottage. La puzza di pesce fritto/affumicato di primissima mattina. Il fish and chips più pesante della storia. Le manate contro il finestrino cercando dalla parte sbagliata il sedile per fare la retro. Il pelo alle macchine parcheggiate sulla sinistra. Ness. Le magliette.
Dalla Scozia porto con me tanti ricordi bellissimi, e il consolidarsi di un'amizia importante, con una tra le persone più belle che io abbia conosciuto finora.
Dalla Scozia porto con me la voglia di tornare, di vedere ancora e scoprire ancora.

Dalla Scozia ho portato millemila foto, mediamente brutte, ed eccone qui alcune, rigorosamente a random, sperando che raccontino più di quanto ho fatto io.









































lunedì 18 luglio 2011

A volte ritornano...e altre partono

Ritornano le cage beads. Che poi non è che se ne fossero mai andate, ma dopo un periodo di grande utilizzo, sfociato anche in deliri del genere, le avevo un po' accantonate.

Chissà poi perchè, ma è stato bello riprenderne alcune che avevo fatto tempo fa, e creare questo nuovo girocollo.

Venendo a quelle che partono, invece, in questo caso trattasi di me e di lei, che domani partiamo per una girata in Scozia.

Se non ci ammazziamo alla prima rotonda presa contromano, ci si risente tra una decina di giorni.
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