Dicevo, quasi cinque mesi di silenzio sulle chincaglie.
Poi all'improvviso ti rendi conto che la creatura a cui hai dato vita all'incirca tre anni fa e che stai snobbando da un sacco di tempo, in realtà vive di vita propria. O meglio, sopravvive. Si barcamena. Sta a galla. Sì insomma, abbiam capito.
E così, mentre tu sei lì che ti fai un blog-pisolino, i lettori aumentano. E non dico ogni volta che apri Blogger per andarti a fare il blog-giretto quotidiano, ma spesso, trovi quel numerino cambiato.
Poi succede anche che, per esempio, un'amica lanista molto trendy (e mooooolto brava!) includa le chincaglie nella lista dei posticini da visitare per i regali di Natale handmade, ed infine succede anche che qualcuno lo faccia veramente. Di portarsi a casa una chincaglia, intendo. Natale o non Natale.
Ed ecco così che arriva l'esame di coscienza, e sì che un po' ti dispiace di aver mollato tutto dopo esserti così tanto impegnata... va beh, dopo esserti un pochino impegnata. Oddio, diciamo dopo tanto piacevole cazzeggio!
Morale? Eccomi qua. Non so per quanto, non so per dire che, non so per dirlo a chi, nel senso che magari ormai non passa più nessuno di qua, ed i nuovi lettori sono tutti ectoplasmi. Ma quando iniziano ad arrivarti sempre più frequentemente mail con oggetto "Ci sei?!!!" oppure "Sei vivaaaaa?!!!" o anche "Tutto ok?!!!!" (tutti con abbondante punteggiatura) capisci che è ora di battere il famigerato colpo.
Comunque.
Poi all'improvviso ti rendi conto che la creatura a cui hai dato vita all'incirca tre anni fa e che stai snobbando da un sacco di tempo, in realtà vive di vita propria. O meglio, sopravvive. Si barcamena. Sta a galla. Sì insomma, abbiam capito.
E così, mentre tu sei lì che ti fai un blog-pisolino, i lettori aumentano. E non dico ogni volta che apri Blogger per andarti a fare il blog-giretto quotidiano, ma spesso, trovi quel numerino cambiato.
Poi succede anche che, per esempio, un'amica lanista molto trendy (e mooooolto brava!) includa le chincaglie nella lista dei posticini da visitare per i regali di Natale handmade, ed infine succede anche che qualcuno lo faccia veramente. Di portarsi a casa una chincaglia, intendo. Natale o non Natale.
Ed ecco così che arriva l'esame di coscienza, e sì che un po' ti dispiace di aver mollato tutto dopo esserti così tanto impegnata... va beh, dopo esserti un pochino impegnata. Oddio, diciamo dopo tanto piacevole cazzeggio!
Morale? Eccomi qua. Non so per quanto, non so per dire che, non so per dirlo a chi, nel senso che magari ormai non passa più nessuno di qua, ed i nuovi lettori sono tutti ectoplasmi. Ma quando iniziano ad arrivarti sempre più frequentemente mail con oggetto "Ci sei?!!!" oppure "Sei vivaaaaa?!!!" o anche "Tutto ok?!!!!" (tutti con abbondante punteggiatura) capisci che è ora di battere il famigerato colpo.
Comunque.
Veloce riassunto dei mesi appena trascorsi. (seguono orride foto, quindi per chi non volesse annoiarsi ulterioremente, scorrere velocemente fino alle suddette).
Ho fatto quasi nessuna chincaglia.
Ho fatto un SACCO di cose a maglia.
Ho imparato a lavorare con i circolari (sìsìsì, ok! Avevate ragione tutte voi lì fuori. I ferri circolari sono er mejo, semplicemente).
Ho fatto scatole, scatoline, pacchetti e pacchettini.
Ho avuto il solito momento invernale con il feltro.
Ho fatto il laser per la miopia agli occhi.
Mi sono depressa perchè da scuola quest'anno nisba. (leggi: nessuna convocazione per supplenze. Leggi: ufficialmente sono un'ex maestra.)
Mi sono ripresa tuffandomi a pesce nell'altro lavoro, che ora è diventato IL lavoro. E che sta anche portando verso qualcosa di molto importante/impegnativo. Ottimo.
Ho letto, ho scritto, non qui, ok, ma ho scritto di cose che amo, anche della maglia, per dire.
Non ho viaggiato. Sigh.
Ho visto crescere il mio cagnolino nuovo, quello autoprodotto, fatto in casa la scorsa primavera. La piccola Dori, fu Duepunti, è passata dalla dimensione un sesto di Viola (aka il gatto) oppure un quarantesimo di mamma Mila, alla dimensione di 4 Viole e circa 4 quinti di mamma Mila.
Per il resto le solite cose.
Questo cappellino, come quello seguente, è di una designer italiana. Lei è Carlotta ed il berretto si chiama Dusty.
Caldissimo e molto molto bello, e poi vabbè, l'aver scelto il nero è stato una mossa vincente. (Non quanto quella di fotografare nero su nero, ma comunque vincente...)
Ed infine l'ultimo cappellino della sfilata, che in realtà è stato il primo ad essere realizzato e, udite udite, il mio primo lavoro in tondo. Diciamo pure che si tratta di una rivisitazione... Anzi, siamo sinceri, è pieno zeppo di errori! Ma ero così contenta, e mi piacevano così tanto il modello sia il modello che il filato, che ho tirato dritto.
Ho fatto quasi nessuna chincaglia.
Ho fatto un SACCO di cose a maglia.
Ho imparato a lavorare con i circolari (sìsìsì, ok! Avevate ragione tutte voi lì fuori. I ferri circolari sono er mejo, semplicemente).
Ho fatto scatole, scatoline, pacchetti e pacchettini.
Ho avuto il solito momento invernale con il feltro.
Ho fatto il laser per la miopia agli occhi.
Mi sono depressa perchè da scuola quest'anno nisba. (leggi: nessuna convocazione per supplenze. Leggi: ufficialmente sono un'ex maestra.)
Mi sono ripresa tuffandomi a pesce nell'altro lavoro, che ora è diventato IL lavoro. E che sta anche portando verso qualcosa di molto importante/impegnativo. Ottimo.
Ho letto, ho scritto, non qui, ok, ma ho scritto di cose che amo, anche della maglia, per dire.
Non ho viaggiato. Sigh.
Ho visto crescere il mio cagnolino nuovo, quello autoprodotto, fatto in casa la scorsa primavera. La piccola Dori, fu Duepunti, è passata dalla dimensione un sesto di Viola (aka il gatto) oppure un quarantesimo di mamma Mila, alla dimensione di 4 Viole e circa 4 quinti di mamma Mila.
Per il resto le solite cose.
Torniamo a noi. Si diceva un sacco di cose a maglia. Andiamo con ordine. Cuffiette o cappellini o berretti o come volete voi. Da quando sono diventata ufficialmente una cittadina virtuosa che si muove quasi esclusivamente in bici, almeno durante il giorno, non ne posso fare a meno. E li adoro pure.
Soffice e colorato, mi piace tanto.Ecco qua l'Inca Hat. O meglio, una sua rivisitazione. A meno che non siate Humpty Dumpty, vi converra togliere qualche punto dal modello originale. E anche ricalcolare le diminuzioni da fare arrivati in cima.
Questo cappellino, come quello seguente, è di una designer italiana. Lei è Carlotta ed il berretto si chiama Dusty.
Caldissimo e molto molto bello, e poi vabbè, l'aver scelto il nero è stato una mossa vincente. (Non quanto quella di fotografare nero su nero, ma comunque vincente...)
Ed infine l'ultimo cappellino della sfilata, che in realtà è stato il primo ad essere realizzato e, udite udite, il mio primo lavoro in tondo. Diciamo pure che si tratta di una rivisitazione... Anzi, siamo sinceri, è pieno zeppo di errori! Ma ero così contenta, e mi piacevano così tanto il modello sia il modello che il filato, che ho tirato dritto.
Il suo nome è Felicità Slouchy Hat e la designer, l'avreste capito immediatamente SE solo non fosse così zeppo di errori, è Emma Fassio.
Bene, eccoci arrivati in fondo alla mia gallery (forse completa o forse non ancora) di cappellini per l'A/I 2011/2012.
Lasciatemi ringraziare la gentilissima Barbamamma, che si è pazientemente prestata a questa estenuante sessione fotografica.
Lasciatemi ringraziare la gentilissima Barbamamma, che si è pazientemente prestata a questa estenuante sessione fotografica.
.....
Sì, ho quasi trent'anni e ho comprato un assurdo gomitolone di acrilicissimo acrilico solo perché mi ricordava Barbamamma. E sì, ho appiccicato al gomitolone degli occhietti in pannolenci. Ed infine sì, ho usato il mio eyeliner per fare le ciglia agli occhietti. Embè?
Come potete vedere, non ho perso il tocco. Per le orride foto, intendo.
Nelle prossime puntate: scialli, scaldacolli e maglioncini.